Rapporti aeroilluminanti, cosa sono

In questo articolo diamo la definizione di rapporti aereoilluminanti (r.a.i.) e vediamo a cosa si riferiscono. Perché cambiano in base alla destinazione d'usoCos'è la destinazione d'uso. di ogni ambiente e perchè sono fondamentali per ottenere l'agibilità di un immobile.Costruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani. Cosa dice la legge in merito ai r.a.i., scopriamo cos'è il regolamento edilizio tipo. Osserviamo in dettaglio le prescrizioni del Comune di Firenze, come si calcolano i rapporti, in quali casi è d'obbligo verificarli e quali sono le deroghe previste.
Per saperne di più:
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Homepal - Destinazione d'uso di un immobile
Definizione di rapporti aeroilluminanti
Si tratta del rapporto, calcolato per ogni locale dell'immobileCostruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani., tra le superfici esterne dell'abitazioneCostruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani. (intese come finestre e porte finestre) e la superficie di pavimento del locale stesso.
In particolare, si definiscono
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rapporti illuminanti: quando si considera solo la superficie vetrata dell'infisso, da cui entra la luce;
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rapporti aereanti: quando si considera la superficie apribile dell'infisso (telaio e superficie vetrata o non), da cui entra l'aria per il necessario ricambio.
Tali rapporti, il cui acronimo è r.a.i., sono fondamentali per conseguire la necessaria agibilità dell'immobile, in quanto determinano le condizioni di sicurezza, igiene e salubrità dell'abitazioneCostruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani. stessa, distinte secondo diversi parametri, come:
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isolamento acustico;
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isolamento termico;
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umidità.
Cosa prevede la normativa
Come precisa il Decreto Ministeriale 5 luglio 1975 "Tutti i locali degli alloggi - eccettuati quelli destinati a servizi igienici (wc e bagni), disimpegni, corridoi, vani scala e ripostigli - debbono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d'uso.Cos'è la destinazione d'uso. Per ciascun locale d'abitazione,Costruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani. l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2 per cento, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento."
Quindi, di norma, il r.a.i. minimo è stabilito in 1/8 tra la superficie delle finestre e quella del vano, e dipende dalla destinazione d'uso dei locali.
Ma, se fino a poco tempo fa le indicazioni erano genericamente illustrate nel Regolamento edilizio unico, dal 2016 è subentrato il Regolamento edilizio tipo che ha introdotto modifiche e chiarimenti importanti.
Regolamento edilizio tipo, cos'è?
E' il regolamento edilizio di base, unico per tutto il Paese, a partire dl quale ogni singolo Comune, degli 8.00 presenti in Italia, ha la possibilità di adattare il testo secondo le proprie specifiche singolarità, regolando così le modalità di costruzione sul proprio territorio, indicando quali prescrizioni di progetto e di costruzione meglio si conformano alla realtà locale.
La misura, contenuta nel decreto Sblocca Italia, rientra tra quelle adottate per la semplificazione nel settore delle costruzioni.
Grazie a questo, ogni Comune può dunque integrare la normativa standard secondo le disposizioni della Regione a cui appartiene e attenersi alle dimensioni previste dagli strumenti urbanistici locali.
I casi particolari di un Comune
Se prendiamo ad esempio quanto stabilisce il Comune di Firenze, vediamo che il rapporto aeroilluminante minimo tra la superficie delle finestre e quella del locale dipende dalla sua destinazione d'usoCos'è la destinazione d'uso.. In caso di abitazioneCostruzione adibita specialmente ad abitazione, suddivisa in stanze o in appartamenti ed eventualmente in piani., ciascun ambiente deve essere dotato di superfici finestrate apribili in misura non inferiore a:
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1/8 della superficie di pavimento in caso di finestre a pareteMateriale costituito da uno strato di gesso di cava racchiuso fra due fogli di cartone speciale resistente.;
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1/12 per i locali sottotettoRipiano praticabile costruito a una certa altezza di una stanza con un soffitto sufficientemente elevato. (mansarde) in caso di illuminazione tramite finestre piane o semipiane (lucernari).
Invece, per i locali che hanno una diversa destinazione da quella abitativa (come locali commerciali, negozi, uffici, industriali e artigianali) la superficie apribile deve corrispondere a:
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1/8 della superficie utile del locale, se ha una superficie inferiore a mq 100;
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1/10 della superficie utile del locale, con un minimo di superficie apribile di mq 12,5, se l'ambiente ha una superficie compresa tra mq 100 e mq 1000;
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1/12 della superficie utile del locale, con un minimo di superficie apribile di mq 100, se l'ambiente ha una superficie superiore a mq 1000.
Il calcolo dei rapporti aeroilluminanti
A puro titolo informativo, diamo indicazioni generali su come si effettua il calcolo dei r.a.i., ma naturalmente il calcolo deve essere effettuato da un tecnico di fiducia (architetto, ingegnere, geometra) che saprà tenere in giusta considerazione tutti gli aspetti del singolo caso.
L'operazione consiste nel dividere la superficie aeroilluminante con la superficie del pavimento. Il risultato evidenzia il rispetto o lo scostamento dal rapporto minimo stabilito.
Esempio:
Una cameraAmbiente interno di un edificio. da lettoDrappo sostenuto da un telaio che, ai lati, ricade con frange o tendaggi. doppia misura cm. 400 x 400 = superficie mq 16.
Nella cameraAmbiente interno di un edificio. l'unica finestra misura cm. 140 x 240 = superficie mq 3,36.
Superficie aeroilluminante mq 3,36 : superficie pavimento mq 16 = r.a.i. 0,210.
In questo caso il valore r.a.i. calcolato è superiore a 1/8 (0,125), per cui il rapporto minimo stabilito è rispettato.
Obbligo di verifica del r.a.i.
E' obbligatorio quando si deve presentare una pratica amministrativa per effettuare lavori edilizi come:
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nuova costruzione;
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modifiche alla distribuzione interna o alla destinazione d'usoCos'è la destinazione d'uso. degli ambienti.
Quindi il calcolo va inserito sia nel progetto di una nuova costruzione, sia nel progetto di ristrutturazioneComplesso delle operazioni necessarie alla trasformazione, parziale o totale, di un organismo edilizio. in immobili esistenti, nel caso si vengano a modificare:
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destinazione d'usoCos'è la destinazione d'uso. del locale;
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superficie del locale;
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numero e/0 dimensioni delle aperture finestrate apribili.
Per gli interventi di ristrutturazioneComplesso delle operazioni necessarie alla trasformazione, parziale o totale, di un organismo edilizio. in edifici esistenti, se non apportano modifiche alla destinazione d'uso,Cos'è la destinazione d'uso. è possibile mantenere rapporti aeroilluminanti inferiori ai minimi richiesti per i nuovi edifici, purché non si intervenga su tali locali.
La verifica dei rapporti va dunque effettuata per i progetti di nuove costruzioni, ma anche in caso di ristrutturazioni sull'esistente che comportino modifiche quali:
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numero o dimensione delle aperture finestrate e apribili nel locale;
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superficie del locale;
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destinazione d'usoCos'è la destinazione d'uso. del locale.
Il tecnico abilitato incaricato del progetto deve pertanto preparare, in un allegato predisposto, i nuovi calcoli e i relativi grafici.
Deroghe previste
Per interventi di ristrutturazioneComplesso delle operazioni necessarie alla trasformazione, parziale o totale, di un organismo edilizio. in edifici del centro storico occorre sapere se vi siano vincoli ad impedire di modificare le dimensioni delle finestre presenti oppure aggiungerne/toglierne altre. Anche le murature portanti non devono essere modificate. In alcuni centri storici, invece, è consentito modificare la distribuzione interna delle abitazioni senza obbligo di rispetto del rapporto aeroilluminante.
In linea generale, possiamo osservare che non devono rispettare alcun tipo di rapporto gli spazi che prevedono una permanenza minima delle persone - come ad esempio il ripostiglioLocale della casa dove si ripongono oggetti che si vogliono custodire o nascondere alla vista. o la cabina armadio, dove si entra e si esce giusto il tempo che serve per prendere o riporre un dato oggetto o indumento.
Un altro caso riguarda gli spazi commerciali (negozi, supermercati, ecc.) quando l'aerazione e l'illuminazione dell'ambiente avvengono esclusivamente attraverso dispositivi artificiali, generalmente elettrici.
Per approfondire:
COLFERT - Semplificazioni per l'edilizia
